La Valeriana officinalis L. è una pianta appartenente alla famiglia delle Valerianaceae. Gli organi sotterranei (rizomi, radici e stoloni), che costituiscono la droga, sono utilizzati per il trattamento degli stati neurotonici, soprattutto nei casi di ansia e disturbi del sonno.
Conosciuta con il nome comune di erba gatta (quando è fresca è inodore, ma quando viene essiccata sviluppa un forte e caratteristico odore sgradevole dovuto all’idrolisi di alcuni componenti del suo olio essenziale che rilasciano acido isovalerico, da cui il nome popolare), la valeriana, originaria del nord Europa e dell’Asia, è coltivata in diversi paesi europei. È una specie erbacea, perenne, con foglie raggruppate in una rosetta alla base e opposte al fusto.
La valeriana è conosciuta e utilizzata fin dai tempi antichi. I medici greci e romani lo prescrivevano come diuretico, analgesico e calmante della tosse. A metà del 18° secolo, Hill (un medico inglese) notò i suoi effetti sedativi sui nervi. È stato tradizionalmente usato in casi di ansia, eccitabilità e insonnia e come antispasmodico. Ma è stato anche usato per mal di testa, coliche intestinali, dolori reumatici, dismenorrea; topicamente su tagli, infiammazioni minori e per l’acne. La medicina tradizionale cinese include anche il suo uso per raffreddori, contusioni e problemi mestruali.
La composizione chimica della radice di valeriana comprende principalmente sesquiterpeni e iridoidi, tutti composti di natura terpenica.