25/05/2023

I Paesi dove si rischia grosso (anche la vita) fumando cannabis


Numerosi paesi nel mondo continuano a vietare severamente il consumo di cannabis, con conseguenze che vanno dalla prigione alle pene capitali

Dagli Emirati Arabi Uniti alla Cina, passando per l’Indonesia, la piccola Singapore e l’Iran, numerosi sono i Paesi del mondo in cui il consumo di cannabis è severamente vietato, nonché duramente punito, anche con la pena capitale. A ricordarlo è l’Harm Reduction Journal, una rivista che monitora l’uso della pena di morte in tutto il mondo per reati connessi agli stupefacenti, secondo cui sarebbero ancora oggi migliaia le persone detenute nel braccio della morte in attesa della loro esecuzione per crimini connessi agli stupefacenti.

Nonostante la “rivoluzione verde” degli ultimi anni abbia toccato tutte le latitudini, portando ad una piena o parziale legalizzazione della cannabis in Uruguay, Usa e Canada – oltre alla proposta di leggi che vanno in questa direzione in diverse altre nazioni – restano decine gli Stati in cui l’uso è non solo proibito, ma severamente punito. Ad oggi i reati associati agli stupefacenti sono punibili con la morte in almeno 35 nazioni. In Cina chiunque venga trovato con più di 50 grammi addosso di una qualsiasi sostanza stupefacente può essere condannato alla pena capitale. In questo Paese i dati sulle esecuzioni sono secretati, ma si sospetta possano essere state centinaia, se non migliaia negli ultimi dieci anni. Come riportato da Dolce Vita, la recente legalizzazione della marijuana in gran parte del continente americano è stata classificata da Pechino come una “nuova minaccia per la Cina“.

Non è da meno l’Iran, dove tra il 2008 ed il 2018 sono state giustiziate più di 3mila persone accusate di consumo o spaccio di stupefacenti. Nel 2017 c’è stato un leggero ammorbidimento delle leggi, con il rialzo dei quantitativi minimi necessari affinché i reati siano punibili con la morte – la soglia è stata portata da 5 a 50 grammi per sostanze naturali quali l’oppio, l’erba ed il succo di canapa. Una scelta dettata dal fatto che, almeno secondo il procuratore Mohammad Olfat, “l’esecuzione dei trafficanti di droga non aveva avuto alcun effetto deterrente né sul consumo né sullo spaccio“.

Sullo stesso piano dei Paesi precedenti si posizionano nazioni quali l’Arabia Saudita, dove prima della pena capitale (che può avvenire per impiccagione, fucilazione o addirittura decapitazione) troviamo punizioni come le fustigazioni pubbliche o la deportazione, nonché Singapore, dove la pena capitale può arrivare per l’accusa di

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