La nuova proposta di legge che vorrebbe vietare la cannabis light ha scatenato molte polemiche tra gli appassionati della cannabis e gli esperti del settore. Questa proposta di legge è stata presentata dal senatore di Fratelli d’Italia Andrea Iannone ed è stata assegnata alla nona Commissione permanente il 28 febbraio.
La proposta di legge si compone di due soli articoli: il primo prevede una modifica alla legge 242 del 2016, la legge quadro per la canapa industriale, con l’aggiunta del comma 3-bis all’articolo 1 che prevederebbe che: “Le disposizioni di cui alla presente legge non si applicano all’importazione e alla commercializzazione delle infiorescenze della canapa per uso ricreativo”. Il secondo articolo prevede che in caso di violazione della disposizione di cui all’articolo 1, comma 3-bis, si applicano le disposizioni del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presi- dente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309.
L’obiettivo di questa proposta di legge è quello di vietare l’uso ricreativo della cannabis light e di rimandare al testo unico degli stupefacenti in caso di violazioni. Tuttavia, ci sono molte critiche riguardo alla sua fattibilità e alla sua efficacia.
Innanzitutto, è stato evidenziato che è impossibile vietare qualcosa che non sia stato precedentemente autorizzato. Vietare l’importazione e la commercializzazione delle infiorescenze ad uso ricreativo, senza che questo sia mai stato autorizzato, è un’operazione che giuridicamente non ha molto senso. Inoltre, il Tar ha appena messo nero su bianco che non si possono limitare gli usi della canapa ad alcune parti per un generico principio precauzionale che va invece motivato con dati scientifici.
Molti esperti del settore sono preoccupati per le conseguenze che potrebbe avere questa proposta di legge sul mercato del CBD. Infatti, la cannabis light è un prodotto molto richiesto e apprezzato dai consumatori, soprattutto per il suo basso contenuto di THC e per i suoi effetti benefici sulla salute. Inoltre, il mercato del CBD è un settore in forte espansione e molti imprenditori hanno investito ingenti somme di denaro per avviare il proprio business.
In conclusione, la proposta di legge che vorrebbe vietare la cannabis light ha suscitato molte polemiche e dubbi tra gli esperti del settore. Si tratta di una questione molto delicata che richiede una riflessione attenta e un’analisi accurata delle conseguenze che potrebbe avere sul mercato del CBD e sulla salute dei consumatori. Bisogna trovare un equilibrio tra la tutela della salute pubblica e il rispetto dei diritti dei consumatori e degli imprenditori.
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