Un ennesimo scontro tra il governo Meloni e il sistema giudiziario mette in luce l’incapacità del governo nell’elaborare leggi efficaci, come dimostrato dalla recente bocciatura del decreto Cutro, prima a Catania e poi a Firenze. Il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) del Lazio ha sospeso il provvedimento del governo che aveva equiparato i prodotti di Cbd a uso orale, noti come “cannabis light”, alle sostanze stupefacenti.
Il decreto, ora temporaneamente sospeso fino al 24 ottobre, aveva inserito “le composizioni per uso orale a base di cannabidiolo estratti dalla cannabis” nella tabella dei medicinali della sezione B del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, stabilendo che potevano essere acquistati solo in farmacia con ricetta medica.
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Questa decisione aveva scatenato sequestri in tutto il paese, poiché la detenzione di tali prodotti nei negozi era diventata illegale. Il decreto era stato promulgato dal governo di Giorgia Meloni e firmato dal Ministro della Salute Orazio Schillaci ed era stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 agosto scorso. L’udienza per discutere il merito della questione è stata fissata dai giudici amministrativi per il 24 ottobre.
L’Associazione ICI – Imprenditori Canapa Italia ha annunciato la sospensione, dopo aver presentato un ricorso al Tar lo scorso 3 ottobre, assistita dallo studio legale Prestige Legal & Advisory. Nel ricorso, si denunciava l'”illegittimità” del decreto ministeriale che aveva inserito i composti ad uso orale a base di Cbd nella tabella dei medicinali “senza la previa adozione del parere del Consiglio Superiore di Sanità, richiesto dalla vigente normativa”. Inoltre, il ricorso contestava in generale la decisione di considerare il cannabidiolo una sostanza stupefacente o psicotropa, decisione che è in contrasto con la giurisprudenza comunitaria e con le posizioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Raffaele Desiante, presidente dell’Associazione ICI, ha commentato: “Si tratta del miglior risultato che potevamo ottenere. Ora aspettiamo la conferma della Camera di consiglio il 24 ottobre. In queste settimane abbiamo subito diversi sequestri e le conseguenze di una situazione assurda, perché era vietata la detenzione ma anche lo smaltimento. Quindi eravamo bloccati in un limbo legislativo. Per prodotti che in realtà sono privi di efficacia drogante”.
Federica Valcauda e Luca Marola, della Direzione nazionale dei Radicali Italiani, hanno dichiarato: “Un decreto antiscientifico, illogico, letale per la già fragile filiera italiana della canapa e dannoso per tutti quei cittadini che hanno trovato sollievo dall’utilizzo del Cbd è stato spazzato via dalla magistratura amministrativa. Come Radicali Italiani per primi ci siamo sollevati contro l’ennesima azione squadrista e proibizionista del voler, contro ogni evidenza scientifica e contro la giurisprudenza comunitaria, inserire il CBD tra i medicinali stupefacenti e per primi festeggiamo, insieme ai tanti giovani imprenditori italiani della canapa, alla sua bocciatura appena portato davanti ad un giudice”.