Oggi sveliamo i segreti di un personaggio sempre presente nelle narrazioni e nelle vite di tutti noi; un personaggio al fianco del quale spesso appariamo innocenti e un po imbranati; che con la sua ostentata caparbietà, risveglia talvolta in noi infantili insicurezze: stiamo parlando dell'”amico esperto”, indispensabile risorsa di ogni gruppo di fumatori, in quanto capace di discernere la buona qualità dalla “shit”. Colui che possiede l’innata e misteriosa dote di riconoscere, semplicemente poggiandovi sulla superficie un lesto sguardo, un buon fiore. Colui che è custode di conoscenza e si fa protagonista assoluto nei momenti della scelta di gruppo, che può interpretare il ruolo di giudice supremo e riduce noi a inesperti uditori, che pendono dalle sue labbra in attesa del verdetto.
Troppo spesso ci siamo affidati all’amico esperto e gli abbiamo permesso di sfoggiar destrezza restando inermi. Per troppo tempo abbiamo procrastinato e preferito la pigrizia alla conoscenza.
Giunto è il momento di fare chiarezza, finalmente, e conoscere i suoi trucchi, capire quali sono le modalità e i criteri con cui egli esamina, passa in rassegna e sottopone a giudizio la Cannabis.
Cannabis: Come fare riconoscere la qualità ?
Partiamo dalla tautologica constatazione che qualità di un prodotto è direttamente proporzionale alla zelanteria adoperata nel corso della sua lavorazione, la quale, nello specifico caso della Cannabis, comincia da prima ancora della semina, con la predisposizione di un terreno dalle caratteristiche pertinenti, con la selezione di una varietà genetica, la scelta di periodo adatto alla semina e alla raccolta, e con altri mille accorgimenti tecnici e varianti, tutt’ora in fase di implementazione da parte di esperti e ricercatori del settore. La scelta della tecnica di coltivazione, infatti, determina gran parte del risultato finale, in termini di quantità, ma soprattutto di qualità: indoor, idroponica etc..sono alcune delle svariate tecniche alternative alla tradizionale coltivazione in terra, messe a punto dall’uomo. Ognuna presenta dei vantaggi e degli svantaggi e gli esperti si prodigano quotidianamente nella ricerca di metodologie sempre piu complesse ed efficaci, che possano restituire al mercato un un prodotto dall’aspetto omogeneo e dalla consistenza compatta, che emani un aroma gradevole e lo sia altrettanto al palato. Gli effetti, infine, sono la prova del 9.
Eccoli dunque i principali criteri di valutazione: ASPETTO, CONSISTENZA, AROMA, SAPORE, EFFETTI
Anzitutto dunque, va valutato il carattere estetico del fiore: in particolare la sua cromaticità, verde, piu o meno accesa, e la lucentezza, dovuta alla distribuzione dei cristalli sulla superficie vegetale; inoltre è importante assicurarsi di non riscontrare presenza di semi, rametti o fogliame, anzi, specifichiamo: SEMI RAMETTI e FOGLIAME vanno inseriti nella blacklist. La loro presenza, nella maggior parte dei casi, è garanzia di pessima qualità.
Andiamo alla consistenza, piu o meno morbida, del fiore: questa dipende dalla percentuale di umidità che vi risiede, quindi dell’efficacia del processo di essiccamento a cui è stato sottoposto. Se svolta con precisione ed attenzione estrema, in modo tale da eliminare eccessivi residui di acqua, questa fase garantisce un prodotto privo di muffe o tossine che si formano allorquando non vi è un corretto ricircolo d’aria. Queste ultime rovinano l’aroma, il sapore, l’effetto. Importante ribadirlo: il fiore deve presentarsi piuttosto secco, ma non eccessivamente. Vi sono interi manuali sull’essiccamento della Cannabis, i quali espongono differenti strategie comprovate: tutte, univocamente, impongono un rigido e metodico processo di essiccamento che abbatta lo sviluppo potenziale di agenti tossici.
Nella cannabis di buona qualità, infatti, sentirete solo profumo e un sapore gradevole, mentre nella cattiva qualità non sarà difficile riconoscere l’aroma acre e fastidioso dell’ammoniaca, che può provocare mal di testa e un importante arrossamento degli occhi.
Non tutti in questo mondo hanno la fortuna di conoscere la buona qualità di Cannabis, non tutti sanno come coltivarla e non tutti vivono in California, nei pressi di Amsterdam o a Barcellona. Non tutti hanno potuto apprezzare appieno le creazioni dei migliori maestri coltivatori e tanti, tantissimi fumatori oggi non conoscono il vero profumo sprigionato dalle infiorescenze di cannabis.
Un esempio di Pessima Qualità:
In Sud America, laddove il valore della moneta è molto basso, la qualità della Cannabis è molto bassa. Vale la pena approfondire un attimo come viene coltivata e prodotta quella sostanza che è comunemente chiamata PRENSADO e che circola tra i consumatori e gli appassionati, i quali non conoscono l’HASHISH e quasi mai hanno avuto modo di apprezzare i sublimi aromi del fiore di Cannabis. Ebbene, dopo aver seminato e fatto crescere piante (maschi e femmine) su un terreno boschivo (nella maggior parte dei casi si tratta di foreste pluviali), mediante utilizzo di pesticidi e concimi rudimentali, queste vengono tagliate, alla base del gambo, lasciate cadere al suolo e successivamente coperte con dei teli in plastica, in un (pessimo) processo di essiccamento che dura qualche settimana.
Ciò che infine viene raccolto e modellato con delle presse a caldo, prende il nome di “prensado”: un’accozzaglia di Cannabis che ha sviluppato tossine per via dell’assenza di ricircolo d’aria; che presenta semi, rametti, terriccio, resti organici (insetti e animaletti vari rimasti intrappolati) che si presenta sul mercato in forma di tavoletta. Citiamo questo prodotto perchè rappresenta, come già accennato, un esempio, forse il piu eclatante a noi noto, di cattiva qualità.
Ricordate allora di considerare sempre i 5 criteri: ASPETTO, CONSISTENZA, AROMA, SAPORE ed EFFETTI. Basatevi su di essi, esul vostro gusto personale, per orientare la vostra scelta. “FACCIO IO” potrete esclamare con fierezza, chiedendo gentilmente all’amico esperto, per una volta, di farsi da parte!