Usare un chillum per fumare Cannabis è un modo poco conosciuto, anche se sembrerebbe che la sua popolarità e la curiosità verso questa metodologia di consumo stiano risorgendo: ci sembra giusto, dunque, dare un’occhiata a queste pipe tradizionali.
Il chillum è simile a un piccolo tronco di cono di forma allungata, è suddiviso all’interno dalla presenza di una pietra filtrante: esteticamente può apparire più o meno decorato, questo in virtù di un adattamento estetico alle innumerevoli forme etniche e primitive che riproducono animali, oggetti, miti, dei e ancora iscrizioni tradizionali e storiche. Le origini di questo strumento sono sconosciute, tradizionalmente usata per fumare Cannabis, più in particolare l’hashish. Sebbene non vi sia certezza alcuna su chi per primo l’abbia fumato, prime fonti documentate sul suo utilizzo risalgono al XVIII secolo, per mano dei santoni dell’India (Sadhus) e dei Monaci Hindu della Regione Himalayana. Infatti, la tanto amata frase “Boom Shankar” deriva proprio dall’uso del chillum e dal rito praticato dai santoni, che, innalzandolo sulla fronte prima di accenderlo, invocavano Shiva e gli altri Dèi affinché giungessero a loro per condividere l’hashish.
Negli anni ’60 si diffuse soprattutto grazie al suo significato spirituale, concentrato nel modo tradizionale di usarlo, ovvero passandosi la pipa fra consumatori in cerchio.
Questa ritualità contribuiva a creare un senso di unità e di famiglia, mentre si fumava, tanto che il chillum divenne un pezzo fondamentale durante gli incontri fra amici. Inoltre offre un’esperienza assolutamente unica: permette un rapido raffreddamento del fumo, oltre ad una quantità notevole di quest’ultimo che si accumula aspirando. Ne risulta un’esperienza del tutto eccezionale: serenità e spensieratezza, ma con un “fattanza” molto più potente di quello che si otterrebbe con una pipa convenzionale o una canna nomale. La fumata può cambiare a seconda del materiale, ad esempio, un chillum di vetro è molto più efficiente dal punto di vista del raffreddamento del fumo, e dalla grandezza, infatti più grande è il chillum e maggiori saranno gli effetti del suo fumo.
Una tra le domande più comuni è relativa alla sua preparazione: è fondamentale riempire il braciere con la quantità idonea di erba o hashish eventualmente combinato al tabacco sbriciolato, sempre però senza esagerare, questo per favorire una combustione ottimale, omogenea e uniforme della sostanza scelta. In genere uno o due grammi di erba buona o di mista unita all’hashish sono sufficienti a riempire correttamente il braciere, ma tutto varia in funzione delle dimensioni del cilum: occorre pertanto regolarsi autonomamente avendo cura di non raggiungere mai i bordi del braciere stesso durante il riempimento, né di pressare la mista al suo interno.
Una volta riempito correttamente il braciere, per fumare il cilum sarà semplicemente necessario porre sopra il bocchino un filtro e scaldarlo lentamente utilizzando un semplice accendino, facendo contemporaneamente un paio di brevi boccate, seguite in successione da una profonda inalazione che consentirà di beneficiare degli effetti del THC e CBD.
Al termine dell’assunzione è poi basilare ripulire adeguatamente il cilum, rimuovendo con accuratezza eventuali residui, questo non solo per garantire l’igiene dello strumento ma anche e soprattutto per non alterare il sapore del fumo durante le assunzioni successive: utile in questo caso isolare momentaneamente dal cilum anche lo stopper infilando attraverso il bocchino, uno stuzzicadenti o un filo metallico, in modo tale da ripulirne la superficie da residui oleosi o da frammenti di materiale vegetale che comprometterebbero inevitabilmente la prossima fumata.