Mentre il resto del mondo sta lentamente avanzando verso una politica di legalizzazione della cannabis, in Italia la lotta contro questa sostanza continua ad infiammare il dibattito politico. In un’inversione sorprendente di tendenza, il Partito Democratico (PD), che in teoria dovrebbe rappresentare la sinistra progressista, ha proposto pene più severe per i reati legati alla cannabis, compresi quelli di lieve entità.
Il disegno di legge, presentato dal deputato del Partito Democratico Andrea de Maria, è focalizzato su un singolo articolo: “Al comma 5 dell’articolo 73 del testo unico sugli stupefacenti 309/90 (che attualmente punisce i reati di lieve entità), le parole ‘da sei mesi a quattro anni’ verrebbero sostituite con ‘da due a sei anni'”.
Mentre paesi come la Germania stanno approvando proposte di legalizzazione della cannabis, la proposta del PD sembra andare in direzione opposta, rafforzando ulteriormente le pene per chiunque sia coinvolto con la cannabis.
La Difesa del PD
Il deputato Andrea de Maria ha cercato di giustificare questa proposta dichiarando: “Ci tengo a sottolineare che la proposta non è ‘proibizionista’, ma mira a rendere più efficace il contrasto allo spaccio di droga.” Ha continuato dicendo che è favorevole alla depenalizzazione delle droghe leggere e ha addirittura sottoscritto una proposta di legge in tal senso l’anno precedente. Tuttavia, molti critici non sembrano essere d’accordo con lui.
La Critica della Società Civile
Il commento di Leonardo Fiorentini di Forum droghe sottolinea la discrepanza tra la retorica del deputato e la realtà della proposta: “Depenalizzare significa l’esatto contrario e bisogna invece lavorare per un governo sociale del fenomeno, anche attraverso la regolamentazione legale. Il resto si chiama proibizionismo.”
Questa proposta del PD, se diventasse legge, creerebbe una realtà distopica in cui i consumatori di cannabis verrebbero ulteriormente criminalizzati da uno Stato che, invece di proteggerli, li condannerebbe alla reclusione.
Un Quadro Preoccupante
Secondo l’ultimo report di Associazioni Antigone del 2021, fino a un detenuto su tre si trova in carcere per reati legati alla droga in Italia. In particolare, il 34,88% della popolazione carceraria è già detenuta per violazioni del Testo unico sugli stupefacenti, con la maggior parte dei casi legati alla cannabis.
L’Italia, quindi, sembra essere in contraddizione con il trend mondiale di liberalizzazione delle politiche sulla cannabis. Mentre in molte parti del mondo si sta riconoscendo la necessità di una regolamentazione più intelligente e di una riduzione delle pene per i consumatori di droghe leggere, il PD propone un approccio più punitivo.
Il dibattito su questa proposta sarà sicuramente acceso e polarizzato, poiché la società italiana si interroga sul futuro delle politiche sulla cannabis e sul destino dei suoi consumatori.