La sera del 18 gennaio, due giovani ragazze, probabilmente turiste ucraine, hanno accusato un malore mentre passeggiavano in Piazza Vittorio Emanuele II, a Roma. Tra i vari elementi consumati durante la serata, i media mainstream hanno puntato il dito contro delle caramelle gommose a base di canapa, alimentando un’ondata di articoli allarmistici.
Secondo i titoli sensazionalistici, queste caramelle contenevano CBD, con un THC inferiore allo 0,2%, e sarebbero state la causa del malore delle due turiste. Tuttavia, scavando a fondo nella vicenda, emerge una verità molto diversa da quella raccontata dai media.
La realtà è che le caramelle incriminate non contenevano alcun principio attivo, né CBD né THC. Come spiegato da uno dei manager dell’azienda coinvolta:
“Le caramelle erano composte esclusivamente con olio di semi di canapa, che non contiene principi attivi. I controlli effettuati dai NAS e le analisi tossicologiche hanno confermato la totale assenza di sostanze psicoattive. Il nostro punto vendita non ha subito alcuna conseguenza.”
L’olio di semi di canapa, infatti, è un ingrediente del tutto legale, privo di effetti psicoattivi, e ampiamente utilizzato in prodotti alimentari e cosmetici per le sue proprietà benefiche. Nonostante ciò, alcuni media hanno colto l’occasione per scatenare una campagna denigratoria contro il settore della canapa.
Non è la prima volta che il settore della canapa in Italia si trova sotto attacco da parte dei media. Ogni episodio viene amplificato con articoli che mescolano informazioni distorte e toni allarmistici, spesso senza alcun fondamento scientifico.
Questo caso è emblematico:
Un aspetto inquietante di questa vicenda è il ruolo dei media come megafono delle istituzioni. Ogni anno, il governo italiano destina fondi consistenti ai principali organi di informazione, alimentando un evidente conflitto d’interessi. Questo legame sembra influenzare il modo in cui vengono trattati temi “scomodi” come quello della canapa, con un giornalismo che sempre più spesso si piega alle narrative governative.
Nonostante le difficoltà, il nostro impegno per diffondere un’informazione corretta sul mondo della canapa rimane fermo. Smascherare le fake news è essenziale per proteggere un settore che offre opportunità economiche, sociali e ambientali, e che merita di essere raccontato con onestà e competenza.
Il caso delle caramelle gommose a Roma è solo l’ultimo esempio di come la disinformazione possa minare la credibilità di un intero comparto. Ma la verità è dalla nostra parte: continueremo a raccontarla, un articolo alla volta.
Seppur non sia stata espressamente vietata la vendita ai minori questi prodotti, JoinToYou ha scelto di vendere i propri articoli esclusivamente ai maggiori di 18 anni.
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