Le associazioni italiane continuano a lottare su più fronti per difendere il settore della canapa. Tra decreti che classificano il CBD come sostanza medicinale e emendamenti che minacciano di vietare l’intera pianta, la situazione è critica. Tuttavia, le organizzazioni del settore stanno agendo con determinazione per proteggere il lavoro di migliaia di persone.
Canapa: Le Associazioni si Muovono per Difendere il Settore
Mattia Cusani, Presidente di Canapa Sativa Italia (CSI), ha dichiarato a DolceVita: “Abbiamo già depositato il ricorso e richiesto la sospensiva cautelare del decreto sul CBD entrato in vigore il 5 agosto”. La sospensiva sarà discussa in camera di consiglio il 10 settembre.
A sostegno del ricorso è stata presentata una perizia redatta da Marco Falasca, farmacologo esperto di cannabis, il quale afferma che non esistono prove scientifiche che dimostrino che il CBD sia una sostanza stupefacente o che comporti un rischio di abuso. Cusani ha sottolineato che, al pari del succo di pompelmo, il CBD può interagire con i farmaci, ma questo non giustifica la sua classificazione come sostanza pericolosa.
“Il CBD è sicuro”, continua Cusani, citando almeno una ventina di studi recenti che confermano che il CBD non è né stupefacente né comporta rischi di abuso.
Limitazioni sul CBD per Uso Cosmetico: Le Istruzioni del Ministero della Salute
Una circolare del 7 agosto, emessa dall’Ufficio centrale stupefacenti, ha generato ulteriore confusione nel settore. Secondo Cusani, questa circolare, che “non ha alcuna forza di legge”, interpreta in modo errato il decreto sul CBD, suggerendo che solo il CBD sintetico sia utilizzabile a fini cosmetici, mentre il CBD naturale dovrebbe essere registrato come stupefacente. Questa interpretazione contrasta con le linee guida dell’Unione Europea, che nel 2021 ha incluso il CBD naturale nel catalogo Cosing della Commissione Europea.
Cusani rassicura gli operatori del settore: “Impugneremo il decreto e citeremo anche la circolare, che consideriamo parte della violazione”.
Fermare l’Emendamento che Minaccia di Vietare la Canapa: Migliaia di Lavoratori a Rischio
Cusani ha confermato che l’associazione sta lavorando, sia a livello europeo che nazionale, per impedire l’approvazione dell’emendamento che vieterebbe la canapa. Sebbene l’emendamento non sia ancora in vigore, deve ancora essere approvato dalla Camera e dal Senato.
L’associazione ha ottenuto il supporto dell’europarlamentare del M5S Palmisano e dei Verdi a livello europeo. Prima dell’approvazione, l’emendamento avrebbe dovuto essere notificato al TRIS, il sistema dell’Unione Europea che richiede agli Stati membri di notificare nuove regolamentazioni tecniche.
A livello nazionale, CSI sta dialogando sia con la maggioranza che con l’opposizione per sottolineare che questa battaglia non è di parte, ma riguarda la difesa di un mercato che, negli ultimi otto anni, ha visto il sacrificio di molti operatori. Purtroppo, alcuni stanno seriamente valutando l’ipotesi di trasferirsi all’estero.
Questa situazione preoccupante ha portato anche le principali associazioni agricole italiane come Coldiretti, CIA e Confagricoltori a schierarsi contro l’emendamento. Attualmente, il settore della canapa coinvolge circa 3.000 aziende e 11.000 lavoratori, che rischierebbero di perdere il proprio lavoro.
Cusani conclude con un messaggio di speranza: “Siamo fiduciosi che si possa trovare una soluzione, poiché, a parte alcuni esponenti particolarmente accecati dal pregiudizio, tutti i partiti hanno dato margine di discussione”.