Mentre il governo prova a spegnere un intero settore con leggi discutibili, noi di Jointoyou.it ce ne siamo sempre fregati altamente. Sì, siamo rimasti aperti anche nei momenti più bui, consapevoli di avere la legge, la giurisprudenza e la scienza dalla nostra parte.
Ora, i fatti parlano chiaro: il famigerato articolo 18 del Decreto Sicurezza, che vieta la vendita dei fiori di canapa, è stato adottato senza la notifica obbligatoria all’Unione Europea, violando la direttiva europea 2015/1535. Tradotto: questa norma non è valida e dovrebbe essere disapplicata dai giudici italiani.
Lo stesso errore è stato fatto con il decreto contro la carne coltivata: niente notifica a Bruxelles, niente legittimità. La Commissione Europea ha confermato di non aver ricevuto alcuna comunicazione dall’Italia sul bando al fiore. Le associazioni di settore, come Canapa Sativa Italia e Imprenditori Canapa Italia (ICI), hanno quindi promosso un ricorso presso la Corte d’Appello di Firenze per difendere una filiera messa ingiustamente sotto attacco.
E non finisce qui: anche il decreto Schillaci, che ha provato a classificare il CBD come stupefacente, non è stato notificato all’UE. Ancora una volta, siamo davanti a norme inapplicabili secondo il diritto europeo.
La Corte di Giustizia UE, con sentenze ormai consolidate (come CIA Security, Unilever Italia e la recentissima Papier Mettler Italia), ha ribadito che qualsiasi norma tecnica adottata senza notifica è automaticamente nulla, punto. Nessuna interpretazione. Nessun appiglio.
E mentre in altri Paesi europei – come Spagna, Repubblica Ceca e Francia – ogni modifica normativa sulla cannabis viene notificata correttamente, l’Italia continua a muoversi in modo arbitrario, ignorando le regole del mercato unico e del buon senso.
A giustificarsi, il governo prova a invocare la “sicurezza pubblica”. Ma anche qui, la sentenza Kanavape della Corte di Giustizia ha stabilito che il CBD non può essere considerato uno stupefacente, in assenza di effetti psicotropi. Di quali pericoli stiamo parlando, quindi?
In sintesi, oggi abbiamo la conferma definitiva di ciò che abbiamo sempre sostenuto e praticato: il fiore di canapa non è illegale. Le norme italiane che lo vietano sono state scritte male, adottate peggio, e sono in contrasto con il diritto europeo.
E mentre tanti hanno abbassato la serranda, noi di Jointoyou abbiamo scelto di non piegarci all’illegalità istituzionale. Perché la legalità vera, quella europea, è dalla nostra parte.