Con l’introduzione del nuovo Codice della Strada, le Forze dell’Ordine italiane hanno iniziato a utilizzare tamponi salivari per individuare la presenza di THC nei conducenti. Questa novità ha suscitato un dibattito sull’efficacia dei test, la loro sensibilità e l’impatto sui consumatori di cannabis light.
In questo articolo analizziamo le caratteristiche dei nuovi dispositivi, i risultati di uno studio scientifico sul THC, e le implicazioni per la cannabis light, un prodotto sempre più diffuso anche in Italia.
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I tamponi salivari sono strumenti che permettono di rilevare la presenza di sostanze psicotrope, come il THC, attraverso un campione di saliva prelevato sul posto. Tuttavia, la loro sensibilità varia a seconda del corpo che li utilizza:
Questa differenza significa che i test non hanno una standardizzazione uniforme, e che alcuni dispositivi sono più “severi” nel rilevare il THC.
Secondo queste soglie, la cannabis light – che ha un contenuto di THC inferiore allo 0,5% come da normativa italiana – non dovrebbe risultare positiva ai controlli, poiché i suoi livelli di THC sono ben al di sotto di questi limiti.
Secondo le ultime informazioni, le Forze dell’Ordine italiane hanno acquistato circa 51.000 tamponi salivari per la Polizia e altrettanti per i Carabinieri. Distribuiti sul territorio nazionale, ogni caserma avrebbe una media di soli 11 test a disposizione.
Questo dato pone una riflessione sull’efficacia operativa di tali dispositivi:
Uno studio pubblicato su ScienceDirect ha analizzato i livelli di THC in consumatori abituali. I partecipanti allo studio consumavano in media 3 joint al giorno con una percentuale di THC pari allo 0,43%, leggermente al di sotto del limite legale per la cannabis light.
I risultati dello studio sono stati chiari:
Questi dati confermano che la cannabis light non rappresenta un rischio concreto nei controlli stradali, poiché il suo contenuto di THC è troppo basso per essere rilevato dai dispositivi attualmente in uso.
La cannabis light, regolamentata per contenere meno dello 0,5% di THC, è un prodotto legale e ampiamente diffuso. Tuttavia, l’uso di test salivari ha sollevato alcune preoccupazioni:
Gli esperti raccomandano che i test salivari vengano utilizzati in contesti mirati, dove vi siano sospetti fondati, per evitare sprechi e inutili penalizzazioni di chi non ha infranto la legge.
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Il nuovo Codice della Strada rappresenta un passo avanti nella lotta alla guida sotto l’effetto di sostanze psicotrope, ma pone anche alcune sfide, specialmente riguardo all’uso dei tamponi salivari.
Grazie agli studi scientifici disponibili, sappiamo che i consumatori di cannabis light non dovrebbero temere questi controlli, poiché i loro livelli di THC sono ben al di sotto delle soglie di rilevabilità. Tuttavia, un’applicazione indiscriminata dei test potrebbe portare a disagi e polemiche.
Una gestione oculata di questi dispositivi sarà fondamentale per garantire sicurezza stradale senza compromettere i diritti dei cittadini.